I Conti Guidi presero molto a cuore le sorti di Dante esiliato da Firenze e lo ospitarono nei loro castelli del Casentino: 𝗣𝗼𝗽𝗽𝗶, 𝗥𝗼𝗺𝗲𝗻𝗮, 𝗣𝗼𝗿𝗰𝗶𝗮𝗻𝗼.
𝙋𝙤𝙥𝙥𝙞 - Dante fu ospitato nel 1310 dal Conte Guido Simone da Battifolle; si dice che qui egli abbia composto il XXXIII Canto dell'Inferno. Il castello domina il vecchio paese e la vallata del Casentino. Al suo interno si trova la Biblioteca Rilliana che conserva 25.000 volumi antichi .
Secondo Vasari, Arnolfo di Cambio avrebbe utilizzato il Castello di Poppi, in particolare la torre, come prototipo per la realizzazione di Palazzo Vecchio a Firenze.
𝙍𝙤𝙢𝙚𝙣𝙖 – Il castello fu eretto intorno all'anno Mille per volontà del Conte Alberto da Spoleto e diventò, in seguito, una delle principali sedi fortificate della casata dei conti Guidi. Il Castello è ancora oggi uno splendido esempio di fortezza medievale, anche se molto ridotto rispetto al passato. La Torre delle Prigioni è una delle torri rimaste in piedi dell’antico castello che un tempo era cinto da tre giri di mura. Il toponimo Romena o Ormena è un vocabolo di origine etrusca . Dante nomina il castello nel canto XXX dell’Inferno, nell’episodio di Mastro Adamo, che pagò con la vita l’aver falsificato, per conto dei Guidi, i fiorini di Firenze.
Documentato nel 1017 come "locus Porciano", nel 1115 viene citato come "castrum" in associazione al suo borgo e nel 1164 è confermato di proprietà dei Conti Guidi in un documento dell'imperatore svevo Federico I Barbarossa.
Dante vi fu ospitato durante il suo esilio tra ottobre del 1310 e aprile del 1311 e qui scrisse tre delle sue celebri epistole latine: “Ai Principi e Popoli d’Italia”, “Ai Fiorentini” e “Ad Arrigo VII”.
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