Le
edicole votive o tabernacoli raccontano la storia della devozione
popolare.
Tutta
la campagna toscana è cosparsa di queste testimonianze della
spiritualità contadina.
Di
origine antichissima, erano già presenti in epoca Greca e poi
Romana.
La
loro ubicazione spesso in corrispondenza degli incroci dei viottoli
potrebbe derivare da una pratica religiosa diffusa nel mondo pagano
che dedicava a Mercurio i punti d’incontro di tre vie. Presso i
latini l’edicola era il fondo del tempio o la nicchia o tabernacolo
in cui era custodita la statua del Dio e si usava anche per riporvi
le immagini degli antenati, i busti di famiglia e le divinità
tutelari della casa. Con l’editto di Teodosio I nel 397 d.C questa
pratica fu maggiormente sostenuta, furono però sostituiti i temi di
adorazione pagana con quella cristiana.
Esempi
di arte minore, le troviamo nelle nostre strade di campagna sotto
diverse forme, agli incroci come agli angoli delle case e raffigurano
principalmente la Madonna o i santi protettori del bestiame oppure si
tratta di croci lignee con un basamento in cemento. Negli incroci
rischiaravano la notte con i lumini a favore dei viandanti, oppure
venivano eretti per ringraziamento da uno scampato pericolo quale
siccità o carestia o epidemia o a protezione dei raccolti o del
bestiame.
Nelle
strade i tabernacoli sono a forma di edicola mentre possono essere
inseriti anche più semplicemente nelle case coloniche o nei rustici,
in rudimentali nicchiette ricavate dentro lo spessore dei muri. Molte
sono in completo abbandono e rischiano anche di cadere ma notando i
fiori che sono apposti (per la maggior parte di plastica) su alcune,
si deduce che sono ancora oggetto di qualche tipo di devozione.
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